L'entrata in vigore della Plastic Tax è stata ulteriormente posticipata al 1° luglio 2026.
Il Ddl di conversione del Dl 39/2024 rinvia al 1° luglio 2026, differentemente dal vigente termine del 1° luglio 2024, l'efficacia delle disposizioni dell'articolo 1 della legge 160/2029 (Legge di bilancio 2020) che hanno istituito l'imposta sul consumo di manufatti in plastica con singolo impiego.
La Plastic tax slitta così per la settima volta e se ne riparlerà a luglio 2026. L’industria delle plastiche può festeggiare, ritenendo da sempre l’imposta dannosa per le imprese e inutile.
Tale tassa è una norma istituita dalla Legge di bilancio 2020 per disincentivare fiscalmente la produzione e il consumo di plastica monouso. Marco Bergaglio, vicepresidente di Federazione Gomma Plastica afferma che i fondi riscossi non sarebbero destinati alle attività circolari di selezione e raccolta dei materiali e che l’imposta avrebbe un impatto inflattivo molto significativo, vista la pervasività degli imballaggi.
Da un lato vi è l’industria che chiede una cancellazione della norma o una sua riformulazione mentre dall’altro i governi che finora si sono succeduti continuano a rinviare la Plastic tax senza nuove proposte di modifica, ad eccezione dell’attuale proroga biennale, anziché semestrale.
Ricordiamo che per gestire il fine vita degli imballaggi oggi le imprese pagano già un contributo ambientale (CAC) che varia tra i 400 e i 500 euro per tonnellata di plastica; questi soldi servono ai comuni per effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti che poi andranno negli impianti di riciclo.