Il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti: cos'è e quali condizioni impone
La produzione di imballaggi e la gestione dei rifiuti di imballaggio sono un settore economicamente complesso e importante che genera un fatturato totale di 370 miliardi di euro nell’UE. In quanto tale ha un ruolo e un potenziale significativi nel trasformare l’Europa in un’economia pulita, sostenibile e circolare, in linea con il Green Deal europeo.
L’attuale direttiva UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio è stata adottata per la prima volta nel 1994 e stabilisce norme per gli Stati membri dell’UE per garantire che gli imballaggi immessi sul mercato dell’UE soddisfino determinati requisiti e per adottare misure per prevenire e gestire i rifiuti di imballaggio, al fine di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio per i diversi tipi di rifiuti di imballaggio. Tuttavia, diverse valutazioni della direttiva hanno dimostrato che non è riuscita a ridurre gli impatti ambientali negativi degli imballaggi.
In questo contesto, nel novembre 2022 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio che sostituirebbe la direttiva esistente, andando, in quanto regolamento, a far applicare direttamente le norme in tutti gli Stati membri, senza la necessità di recepirle nel diritto nazionale. Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulla proposta di regolamento nella sessione plenaria del 22 novembre 2023; l'orientamento generale servirà da mandato per i negoziati sulla forma finale della legislazione iniziati sotto la presidenza belga.
Il nuovo regolamento mira a chiarire e standardizzare le normative sugli imballaggi in tutta l’UE, proponendo al contempo una maggiore ambizione per migliorare la sostenibilità degli imballaggi e ridurre i rifiuti di imballaggio.
Di seguito vediamo una sintesi di punti salienti del regolamento.
Requisiti di sostenibilità e riciclabilità sono l’orientamento generale per tutti gli imballaggi immessi sul mercato: questi sono inquadrati come obiettivi principali proposti dalla Commissione. Tale regolamento rafforza i requisiti per le sostanze presenti negli imballaggi invitando la Commissione a preparare una relazione entro il 2026 sulla presenza di sostanze pericolose negli imballaggi, per determinare se incidono negativamente sul riutilizzo o sul riciclaggio dei materiali d’imballaggi o se hanno un impatto sulla sicurezza chimica.
Il Consiglio ha modificato la proposta sugli imballaggi riciclabili: pur sostenendo che tutti gli imballaggi immessi sul mercato devono essere riciclabili come proposto dalla Commissione, gli Stati membri hanno convenuto che gli imballaggi saranno considerati riciclabili se progettati per il riciclaggio dei materiali e quando i rifiuti di imballaggio potranno essere raccolti separatamente, differenziati e riciclati su larga scala (quest’ultima condizione si applicherà dal 2035).
L’approccio generale mantiene gli obiettivi principali per il 2030 e il 2040 relativi al contenuto minimo di riciclato negli imballaggi di plastica. Entro il 2034 la Commissione dovrà rivedere l’attuazione degli obiettivi del 2030 e valutare la fattibilità degli obiettivi del 2040.
Obiettivi di riduzione dei rifiuti di imballaggio sulla base delle quantità già definite: 5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040. Le aziende dovrebbero ridurre al minimo la quantità di materiale necessario per l’imballaggio, avendo l’obiettivo di evitare imballaggi inutili e lo spreco di risorse.
Imballaggi riutilizzabili e obiettivi di riutilizzo: si è introdotto un numero minimo di viaggi o rotazioni nel suo utilizzo. Il testo fissa nuovi obiettivi di riutilizzo e riempimento per il 2030 e il 2040. Diversi obiettivi si applicano ai grandi elettrodomestici, agli imballaggi da asporto per alimenti e bevande, alle bevande alcoliche e analcoliche, agli imballaggi per il trasporto e imballaggi raggruppati.
Schemi di restituzione dei depositi (DRS): entro il 2029 gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo. Per raggiungere questo obiettivo, sono tenuti a istituire sistemi di restituzione dei depositi (DRS) per tali formati di imballaggio. Il Consiglio ha aggiunto un'esenzione dall'obbligo di introdurre un DRS per gli Stati membri con un tasso di raccolta differenziata superiore al 78% raggiunto nel 2026.
Restrizioni su alcuni formati di imballaggio tra i quali imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura, per alimenti e bevande, condimenti, salse nel settore HORECA e per piccoli prodotti cosmetici e di cortesia utilizzati nel settore ricettivo (es. shampoo o flaconi di lozione per il corpo).
Altre disposizioni/ modifiche concordate includono ulteriori chiarimenti sull'etichettatura degli imballaggi, garantendo che i consumatori siano ben informati sulla composizione materiale degli imballaggi e sul loro corretto smaltimento quando diventano rifiuti. Il Consiglio ha inoltre introdotto una certa flessibilità per tenere conto dei sistemi di etichettatura già esistenti in alcuni Stati membri.
SI E’ OTTENUTO L’ACCORDO SUL REGOLAMENTO IMBALLAGGI?
Quello che è stato raggiunto ieri nel trilogo tra Parlamento e Consiglio europeo sul testo del nuovo regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio è un accordo che potrebbe non essere definitivo, anche se l'impianto generale molto probabilmente non verrà modificato.
Sembra infatti che nel documento manchi la firma del rappresentante della Commissione europea, Virginijus Sinkevicius, il quale sembra avere divergenze su alcuni punti non secondari del documento. Uno di questi verterebbe sulle regole da applicare sull'importazione nella UE di imballaggi contenenti materiale riciclato in quanto si dovrebbe trovare un compromesso tra la tutela della sicurezza alimentare e il rischio di accuse di protezionismo.
Se mancasse un accordo a tre prima del passaggio in Consiglio e in Commissione ambiente del Parlamento, la Commissione potrebbe chiedere il voto all'unanimità del Consiglio e questo sarebbe difficile da raggiungere, anche perchè alcuni paesi membri, con l’Italia in primis, potrebbero votare contro.
Entro venerdì al massimo si saprà come si concluderà la vicenda.
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